Consulente alberghiero
01/01/2014Le battute si sprecano sui consulenti. La seguente è quella che preferisco: “Un consulente è una persona che ti prende in prestito l’orologio, ti dice che ore sono, mette in tasca l’orologio, e per questo ti manda una fattura.” – Robert Townsend
Credo che un consulente alberghiero abbia una grande responsabilità nei confronti del suo cliente. Infatti, nell’ indirizzare persone, e quindi aziende, nelle scelte si assume, almeno da un punto di visto umano e psicologico, il rischio delle conseguenze dei suoi suggerimenti.
Si tratta di essere un po’ psicologo, un po’ visionario, empatico ed equilibrato. Ammesso che la competenza e la conoscenza siano scontate (e non lo sono affatto), l’esperienza è l’elemento a far la differenza. Oggi giorno fare il consulente alberghiero è sempre più complesso. Serve avere un’ampia visione d’insieme su elementi progettuali ed operativi, riguardo a strumenti e tecnologia oltre che ad aspetti contabili e fiscali.
Oggi la burocrazia impone o suggerisce figure consulenziali di vario tipo mentre un consulente alberghiero viene ad essere chiamato in causa solo ad emergenza conclamata. A mio parere il consulente alberghiero dovrebbe essere sempre presente nella compagine dell’organigramma aziendale tra le varie figure esterne.
Il confronto e lo scambio riguardo a situazioni di vario genere, a nuovi progetti, ad idee o alla semplice analisi dello stato di fatto credo siano elementi utili anche a quelle aziende che si possono definire “in salute”.