Hotel Profit Management: i buoni propositi 2° parte
01/01/2017Hotel Profit Management: i buoni propositi 2°parte
Definita quindi la metodologia con la quale poter settare i propri obiettivi, vediamone alcuni di “intesse generale”.
A seguire alcuni spunti di “buoni propositi” trasversali alle diverse figure operative e ai diversi ruoli.
Gestire meglio le proprie energie.
La giornata lavorativa ha un numero limitato di ore. Non è possibile superare le 24. E’ chiaro che un ruolo dirigenziale comporta una disponibilità oraria maggiore e più elastica di un qualsiasi altro ruolo. E’ bene ricordarsi che non è il numero di ore spese in azienda a determinare l’efficacia e la qualità del lavoro svolto. Al fine di gestire meglio le proprie energie è opportuno mettere a fuoco quali aspetti sono da considerarsi prioritari e quali no nel proprio ambito di competenza. Significa analizzare quali “condizioni, abitudini o attitudini” dilatano i tempi di realizzazione di una certa attività e cambiare qualcosa nel processo/attitudine. Il cambiamento può riguardare l’acquisizione di nuovi strumenti, la rivalutazione delle fasi e/o dei modi del compimento di una certa attività, chi ne è coinvolto, che ruolo ha, gli orari in cui la si svolge eccetera. Al fine di ottimizzare le proprie energie è bene considerare una suddivisione della attività giornaliere in “operative” (ad esempio controllo di fatti contabili, dei numeri relativi alla produzione e/ delle vendite, della mise en place dei tavoli, ecc) e “relazionali” (ad esempio il confronto con un collega, curare la relazione con l’ospite, una parola con un fornitore, meeting e briefing con il personale eccetera). Lo sviluppo delle relazioni è fondamentale. Attenzione però a non confondere un dialogo teso a scoprire pensieri e fatti inerenti la gestione e lo sviluppo del proprio business rispetto dal chiacchiericcio sterile ed improduttivo.
Migliorare la propria performance
La performance non vuole essere associata unicamente ad un fattore economico ed al miglioramento del revenue. Essa può considerare anche la quantità e la qualità delle competenze tecniche e/o relazionali. Voler migliorare le proprie competenze tecniche può risultare più semplice rispetto al voler modificare parti di sé, del proprio modo di essere, del proprio carattere. Ricordo che i risultati economici, siano essi positivi o meno, derivano da una serie complessa di scelte, investimenti, attività ed interazioni che si riassumono nell’ acquisto di beni e servizi da parte di un cliente. In un business “people intensive” così come lo è quello dell’ospitalità il sapersi porre, saper dialogare, sapersi confrontare, con i propri collaboratori, fornitori e clienti è fondamentale. Relazioni di qualità migliorano la vita, e non solo quella lavorativa. L’aumento della qualità nelle relazioni tra collaboratori in hotel comporta ad un miglioramento del clima aziendale. Il clima aziendale è l’aria che respira l’ospite quando presente in struttura (e spesso anche senza essere in struttura, basta il tono di una risposta telefonica o di una mail per far capire che tipo di azienda vi è alle spalle). Una buona relazione deve essere supportata da un’organizzazione aziendale efficiente ed efficace. La miglior performance economica può generarsi da:
aspetti comportamentali/relazionali quali ad esempio:
• Voglio arrivare in anticipo di almeno 10 minuti rispetto all’orario di inizio turno per dare modo al mio collega di congedarsi in orario
• Voglio trovare una chiave di dialogo con Mario, il mio collega con il quale ho spesso frizioni
• Voglio riuscire a vendere di più i prodotti più cari
• Voglio riuscire a vendere di più facendo up-selling / cross-selling
• Voglio riconoscere il mio stato d’animo nel momento in cui mi incupisco o mi arrabbio così da evitare di trasmettere messaggi negativi a collaboratori / clienti, compromettendo il clima ed il “valore” aziendale.
aspetti tecnici:
• Imparare l’uso di un software
• Migliorare la gestione del percorso relativo alle prenotazioni /al ckech-in / al check-out
• Migliorare la gestione del percorso di pulizia di una camera
• Migliorare la gestione dell’assegnazione dei tavoli in sala ristorante
• L’impostazione di un budget di costi / ricavi più analitico
• La costruzione di un pricing più scientifico
aspetti economici:
• Aumentare la conversione delle camere vendute via telefono / mail / web
• Migliorare la conversione tra richieste e prenotazioni
• Aumentare le vendite beverage al ristorante
• Aumentare il RevPOR (Revenue per Occupied Room) ed il RevPAR (Revenue per Available Room)
• Abbassare il CostPAR (Cost per Available Room)
• Diminuire i cambi camera
• Aumentare i profitti aziendali (o di reparto)
Ultimo “buon proposito” è tra quelli più auspicati e, in genere, meno praticati.
Delegare
Per molti manager/proprietari d’azienda delegare è davvero difficile. Spesso la delega è vista come la perdita di controllo anzichè come strumento atto ad acquisire un po’ di libertà. Il controllo è un tema complesso. Esso è prodotto da una o più paure. Perdere il controllo, per alcune persone, significa perdere dei parametri di comfort del loro fare. Per altre significa anche perdita di potere. Queste sono le premesse per cui molte organizzazioni smettono di crescere; le loro procedure si ripropongono anno dopo anno secondo logiche obsolete. Il tutto per preservare equilibri interni, status quo personali, il benessere ed il comfort di quanti sono ormai campioni nell’applicare tali procedure. Questa situazione consolida la sensazione di potere di un manager e/o di un capo reparto, che, credendosi baricentrico ed indispensabile per il funzionamento del sistema, rafforza la propria posizione agli occhi della proprietà e/o della direzione. Inoltre, la delega può essere vista con sospetto in quanto prevede la cessione di know-how in favore di un collaboratore che potrebbe, presto o tardi, diventare un’insidia per il ruolo attualmente occupato dal delegante. In altri casi delegare significa anche mettere nelle mani di terze persone dati che, per molte aziende, sono confidenziali (riguardo a questo mi astengo dallo scrivere il mio pensiero). Per concludere, il meccanismo di delega è assolutamente positivo quando è volto al “empowerment” di chi né il destinatario. Se la delega riguardasse le sole attività Time Consuming e/o Energy Consuming ma poco edificanti perché a basso consumo di energia “concettuale”, il team e/o la singola persona accresceranno di poco o nulla le rispettive competenze. La delega vuole soprattutto permettere al delegante di destinare il tempo ad altre attività, più importanti o prioritarie.
L’anno è iniziato da poco. Per chi ha già messo a fuoco i propri propositi – magari per iscritto – il suggerimento è di organizzarli per priorità ed affrontarli uno per volta. Per quanti ancora vogliono definirli credo sia importante prendersi il giusto tempo, essere onesti con sé stessi e ben centrati al fine di valutare, in maniera distaccata ed imparziale, quali obiettivi si vogliono raggiungere e settare, di conseguenza, i propri propositi.
Buon divertimento e buon lavoro.
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